you were forced to move from your lands, confined in small and poor areas, treated like animals to attract tourists ...
The Masai have the reputation to be valiant warriors and proud and noble bearings. They live in the grasslands of Kenya and Tanzania, they are approximately 350,000 semi-nomadic pastoralists, beef farmers as well: therefore their life is conditioned by the presence of water and pasture for animals. For these people the earth is sacred to the point that can not be profaned by cultivating or digging wells, and not even to bury their dead but rather prefer to abandon them as the mealfor the savannah animals ... The earth belongs only to God Enkai. For practical needs may be divided, but no individual can become a master.
Miei cari Masai:
vi hanno sfrattato dalle vostre terre, confinati in zone piccole e povere, trattati alla stregua degli animali per attrarre i turisti...
I Masai hanno la fama di valorosi guerrieri ed un portamento fiero e nobile. Vivono nelle praterie del Kenia e della Tanzania. Sono circa 350.000 pastori semi-nomadi, allevano soprattutto bovini, di conseguenza la loro vita è condizionata dalla presenza di acqua e pascoli per gli animali. Per questo popolo la terra è sacra al punto che non può essere profanata per coltivare o per scavare pozzi. E neppure per seppellire i loro defunti: preferiscono abbandonarli in pasto agli animali della savana... La terra appartiene esclusivamente al dio Enkai. Per esigenze pratiche può essere divisa, ma nessun individuo può diventarne padrone.
Los Masai tienen la reputación de ser valientes guerreros, teniendo un orgulloso y noble portamiento. Ellos viven en las praderas de Kenia y Tanzania. Son aproximadamente 350.000 pastores seminómades, criadores de bovinos, por lo tanto, sus vidas se veen afectadas por la presencia de agua y pasto para los animales. Para estas personas la tierra es tan sagrada al punto de que no puede ser profanada por el cultivo o la excavación de pozos, no puede ser utilizada para enterrar a sus muertos: prefieren abandonarlos como comida a los animales de la sabana ... La tierra pertenece sólo al Dios Enkai. Por necesidades prácticas la tierra se puede dividir, pero ninguno puede ser dueño.
YESTERDAY:
IERI:
AYER:
Una vez esas tierras pertenecían a los famosos pastores de la sabana: en el curso del siglo XIX, los guerreros masai habian conquistado los mejores pastos de la región imponiendose a las otras tribus. El declive de la hegemonía masai se inició en 1890, con la propagación de la peste bovina, la fiebre infecciosa transmitida probablemente por colonos europeos, que diezmó el ganado provocando tambien una terrible epidemia de viruela que mató a miles de personas. Todo esto se añadió la expropiación de tierras por los europeos ...
the Masai are claiming the right to regain their ancestral territories, where once grazed their herds freely and where the spirits of their ancestors are resting. To assert this right, in Kenya they have not hesitated to use force, challenging the authorities and occupying areas that now belong to peasants of the ethnic Kikuyu (the Bantu group of the country): the violence has already caused some fifty deaths and more than four hundred wounded.
i Masai rivendicano il diritto di riacquisire i loro territori ancestrali, dove un tempo pascolavano liberamente le loro mandrie e dove riposano gli spiriti dei loro antenati.Per far valere questo diritto, in Kenya non hanno esitato ad usare la forza, sfidando le autorità e occupando i campi che ora appartengono ai contadini dell'etnia kikuyu (il principale gruppo bantu del paese): le violenze hanno già provocato una cinquantina di morti e più di quattrocento feriti. Anche in Tanzania il malumore dei Masai si fa sentire. Qui il problema è rappresentato soprattutto dalla difficile convivenza tra i pastori e i parchi nazionali istituiti dalle autorità per proteggere la fauna. La costruzione di villaggi turistici e riserve naturali ha drasticamente fatto diminuire i pascoli disponibili. I Masai, pur non essendo cacciatori e non cibandosi abitualmente di selvaggina, vengono allontanati dalle aree protette e, con la scusa di tutelare il patrimonio forestale, viene loro vietato l'accesso ai pascoli di montagna alle pendici del Kilimangiaro. Particolarmente dolorosa è stata la vicenda della Mkomazi Game Reserve, nel nord del paese, per la quale centinaia di Masai sono stati "trasferiti" con la forza in un territorio di terra arida tra la riserva e il monte Pare. Qui la scarsa vegetazione è stata presto divorata dagli animali, gran parte del bestiame è morto e i Masai hanno perduto la loro unica fonte di sostentamento. C'è la convinzione diffusa (tra gli ex coloni europei e gli attuali governanti africani) che prima vengono i diritti degli animali e poi quelli dei Masai.
HOY:
Among the Masai polygamy has no limits: men can have all the wives they want, provided that they have enough cattle to “buy” them from the original families. Girls between nine and thirteen years are allowed to have sex before marriage, although usually the fathers negotiate the marriage even before their birth. Traditionally they can have up to three lovers simultaneously. The same freedom is granted to the young warriors called "Morani". Both boys and girls are subjected to genital mutilation initiatory.
To become a Morani is not enough to be circumcised: there is a preceding period in which young boys are taken out of the village(manyatta) by the olders. During this time they learn the moral qualities, the pride that must be felt in the depths of the heart and all kind of traditions: they will know the basics of hunting and how to defend theirself against attack; they learn the use of the spear and the kissu, the knife bilama, that each Samburu must have on the belt. When the young boy comes back to the manyatta from this training period the mother welcome him with a black goatskin as a gift, oiled by grease and coal, that he will wear until the day of the rite of circumcision. In the days preceding the ceremony, the Morani psychologically support the young and future warrior so much, that he will be, in that fateful moment, almost in trance. Propitiatory improvisation with songs and dances, until dawn, creates an atmosphere of passion and emotional involvement.
CURIOSITA' SUGLI USI E COSTUMI:
La stessa libertà viene concessa ai "morani", i giovani guerrieri. Sia i ragazzi che le ragazze sono sottoposti a mutilazioni sessuali iniziatiche.
Per diventare un morani non basta la circoncisione, ma vi è un periodo precedente i cui giovani vengono presi dagli anziani e portati fuori dal villaggio (manyatta). In questo periodo apprendono le qualità morali, l'orgoglio che bisogna sentire nel profondo dell'animo e tutte le tradizioni; si conoscono i rudimenti della caccia e come ci si difende da eventuali attacchi, si impara l'uso della lancia e del kissu, il coltello bilama, che ogni"samburu" deve avere alla cintura. Al ritorno nella manyatta la madre lo accoglierà con il dono di una veste nera di pelle di capra, unta con grasso e carbone, che il ragazzo porterà fino al rito della circoncisione. Nei giorni che precedono il rito, i guerrieri morani sostengono psicologicamente il giovane, motivandolo a tal punto che in quel fatidico momento lui sia quasi in trance. Si improvvisano canti e danze propiziatorie, fino all'alba, creando un'atmosfera di grande passione e coinvolgimento emotivo.
Le ragazze sono inizialmente iniziate alla prima mestruazione e lasciano i loro guerriglieri per sposare uomini che hanno di solito il doppio della loro età. Gli uomini, invece, si sposano dopo i trent'anni, perché devono accumulare la ricchezza per contrarre il matrimonio. Quando una ragazza Masai lascia la sua casa materna per quella dello sposo, è benedetta dal padre, il quale sputa un sorso di latte sotto il suo collare e l'avverte di non guardare indietro, altrimenti diventerà pietra. All'entrata della proprietà del marito, la giovane donna viene ricevuta dalle sue nuove parenti, che la accoglieranno tirandole dello sterco di vacca e insultandola, in genere per la statura, che è un punto di orgoglio per i Masai. Questo è un rituale che punta a mettere alla prova le giovani spose di fronte alle avversità della vita. I maschi di questa tribù sono organizzati in rigide classi di età: ragazzi, guerrieri e anziani. Le capanne a forma di igloo, sono fatte con rami e foglie, ricoperte con lo sterco del bestiame. Dalle vacche i pastori ricavano il nutrimento di ogni giorno: latte e sangue.
CURIOSIDAD "DE TRAJES Y USOS:
Entre los masai la poligamia no tiene límites: los hombres pueden tener todas las esposas que desean, a condición de que tengan suficiente ganado para comprarlas de sus familias de origen. A las niñas entre nueve y trece años se le permite tener relaciones sexuales antes del matrimonio, aunque por lo general los padres negociaran el matrimonio mucho más antes del nacimiento. Tradicionalmente se puede disponer hasta tres amantes simultáneamente.
La misma libertad se concede a los "Morani", los jóvenes guerreros. Tanto los niños que las niñas son sometidos a la mutilación genital iniciática.
Para ser un Morani no sólo la circuncisión es necesaria, sino tambien hay un período anterior para que los jóvenes se alejan (y viven afuera) de la aldea (manyatta) acompanados por las personas mayores. Es durante este período de tiempo que aprenden las cualidades morales, el orgullo que deben sentir en la profundidad del alma y todas formas de tradiciones. Se acercan a los fundamentos de la caza y como defenderse contra el ataque, empiezan a utilizar la lanza y el kissu, el cuchillo bilama, que cada SAMBURU debe tener en el cinturón. Cuando el joven regresa a la manyatta la madre le da el bienvenido hacendole un regalo: un traje negro de piel de cabra, unto con grasa y carbón vegetal, lo trará hasta el rito de la circuncisión. En los días anteriores a la ceremonia, los guerreros Morani apoyan psicológicamente al futuro guerrero, dandole asì tanta fuerza interior que casi el se cairà en trance. Se improvisaran canciones y bailes, hasta al amanecer, creando una atmósfera de pasión y de implicación emocional.
Las niñas despues de la circuncisión dejan a sus guerrilleros por casarse con hombres que tienen generalmente el doble de sus años.
Los hombres, sin embargo, se casan después de los treinta años ya que tienen que acumular la riqueza necesaria por el contracto de matrimonio. Cuando una niña Masai deja a su casa para la de la madre del novio, es bendecida por su padre, que escupe un bocado de leche bajo su cuello, y la advierte de no mirar hacia atrás, de lo contrario se transformerà en piedra. A la propiedad de su marido, la joven es recibida por las mujeres de la nueva familia, que le dan la bienvenida tirandole el estiércol de vaca y insultandola, por lo general para la estatura, que es un punto de orgullo para el pueblo Masai. Este es un ritual que quiere poner a la prueba a las novias jóvenes frente a la adversidad de la vida. Los hombres de esta tribu se organizan en bien distinctos grupos de edad: niños, guerreros y ancianos. Las cabañas en forma de iglú, se hacen con ramas y hojas, cubiertas con el estiércol de ganado. De las vacas los pastores obtienen alimento cotidiano: la leche y la sangre.
Today I feel sad, so sad, because during our game drive to the Serengeti National Park we had planned to make a stop on a Masai village. At first we were all excited but then, at the end of the day, I realized that the village had been brought there to make happy and split the "muzungu of the turn."
Yes, ok, all very beautiful, the village leader who welcomes you, the kids who are approaching, the women "posing" while doing their crafts, the visit in their huts, with the pot on the fire to show that the food is almost ready; their dance group for the muzungu departure!
I am very angry because the Masai were “uproot” from their original lands and the sad thing is that they got themselves involved in this game, who knows for what kind of promise!
" Hey, stop Minja! Let’s Immortalize this precious moment with a photo ... Here dhe is! My Masai woman who goes to her village with the son on her shoulder! She is really NATURAL, far from the tourist, absorbed in her thoughts and at the mean time scared on how she will procure food for her and her child ...
as long as the flock has enough grass to graze, she will have more milk for the day !...".
Thanks, Masai woman, and let me tell you sorry if I have stolen your natural movement, captured by a picture, I will always bring you in my heart!
I am sad, really sad!
Francesca - Muzungumalaika
UNA MASAI SUL MIO TRAGITTO:
Oggi mi sento triste, tanto triste perchè durante il nostro percorso verso il Serengeti National Park gli autisti si sono fermati ad un villaggio Masai. All'inizio eravamo tutti entusiasti ma poi ripensandoci, alla fine della giornata, mi sono resa conto che quel villaggio di Masai era stato portato lì apposta per far fesso e contento il "muzungu di turno". Si, ok, tutto molto bello: il capo villaggio che ti accoglie, i bimbi che si avvicinano, le donne "in posa" mentre fanno i loro lavoretti a mano, la visita dentro le loro case, con la pentola sul fuoco per far vedere che è quasi pronto da mangiare ed il congedo ai muzungu con il loro balletto di gruppo!
Sono molto arrabbiata perché questi Masai sono stati "snaturalizzati" e la cosa triste è che loro si sono lasciati coinvolgere in questo giochetto, chissà cosa gli avranno promesso!!!!
Voi governanti che avete potere su tutto e togliete e cercate di togliere l'amor proprio ad un popolo! Si parla, giustamente, del conflitto arabo-israeliano, ma di questo conflitto, come anche di altri in Africa o altrove?... Se ne parla troppo poco! Forse perché ci sono "meno" perdite umane? Come se un morto non valesse di fronte ad un milione!"
Risaliti sulle jeeps mi estraneo....facciamo un bel pò di chilometri...."Ehi, fermati Minja! ALT! Immortaliamo questo prezioso momento con una foto...Eccola la mia Masai che si reca al suo villaggio con il figlio in spalla, lei sì che è vera, lontana dagli occhi dei turisti, poverini, curiosi ma allo stesso tempo innocenti , assorta nei suoi pensieri...di come oggi le sarà procurato da mangiare a lei e al suo bambino...forse riuscirà a far pascolare il suo gregge di modo che ci sia più latte...sempre che il gregge abbia abbastanza erba da brucare!...". Grazie, donna Masai e scusa se ti ho rubato quest'attimo, catturandolo in una foto, ti porterò sempre nel cuore! Sono triste, veramente triste!
Francesca - Muzungumalaika
UNA MASAI EN MI CAMINO
Al Parque Nacional del Serengueti nos paramos por la visita a un pueblo Masai.En un primer momento estábamos todos emocionados, pero luego al final del día, me di cuenta de que el pueblo Masai estaba allà para complacer al "muzungu de turno."
Sí, verdad, todo muy bonito, el líder del pueblo que te da la bienvenida, los niños que se acercan, las mujeres "posando" mientras que hacen sus trabajos a mano, la visita en las cabañas, con la olla bien caliente para demostrar que la comida està casi lista, la despedida con las danzas Masai tradicionales! Me siento muy enfadada porque los Masai fueron "desnaturalizados" y cosa màs triste es que se han dejado en parte corromper en este juego habriendo las portas (en manera poco espontanea) de sus propias aldeas a la vista del turista curioso, se parece estar frente a uno espectaculo teatral con actores que interpretan una parte ! Todo esto gracias a los gobiernos de Tanzania y Kenya que utilizan al poder tratando de quitar y eliminar las cosas mas lindas que un pueblo tiene adentro o sea el orgullo de sus propias raices y costumbres! Se habla, con razón, del conflicto árabe-israelíano, pero de este conflicto entre los Masai y las autoridades (así como otros en África o en cualquier otro lugar) se habla demasiado poco! ¿Quien sabe … puede ser que hay "menos" pérdidas de vidas humanas? Como si un muerto no vale tanto frente a un millón!" Seguimos por nuestro camino … pienso y me extraño ... después de unos pocos kilómetros pido al autista de pararse" Hey, esperate Minja! Inmortalizamos este precioso momento con una foto! Mira una mujer Masai que carga atras a su hijo y se va a su aldea, lejos a los ojos de los turistas,absorbida en sus pensamientos de como obtener la comida del dìa, pastar su rebaño de modo que haya más leche ... siempre y cuando la manada tiene suficiente pasto para el pastoreo !...". Gracias, mujer Masai y disculpame si te robé este momento, capturandolo en una foto, que siempre llevaré en mi corazón! Estoy triste, muy triste!
Francesca – Muzungumalaika
21 commenti:
Bellissima questa esperienza, nella foto tua, sei uguale che adesso:-)
E triste che questi potente possano fare come li pare, è uno debba abbassare la testa, e fare il comodo loro, d'altronde non ci sono tante alternative quando si è in minoranza.
Per la mia sincerità, hanno un pò questa cultura che non compatisco, un pò come li arabi, dico dal fatto di fare spossare le bambine, e fare pure come li pare anche a loro di trattare ancor prima della nascita. Questo mi da molta ma molta tristezza.
Me piace sapere questo lato dell'africa che non conoscevo, sinceramente questo particolare pensavo appartenessi solo ha li arabi.
Un bacio:)
ho letto con piacere il tuo post.
Molto belle le foto.
Ciao
Franci,
tu nel tuo cuore sei africana, al cento per cento.
Mi ha emozionato e commosso il tuo post.
Specie la parte dove questo popolo venne snaturalizzato, per attrazioni turistiche.
Ha mosso qualcosa in me.
Con affetto,
Salva
Per Yuya: sono contenta se attraverso i miei racconti ti faccio scoprire delle cose nuove. Riguardo ai loro riti, si, è vero, a volte sono molto crudeli, non li giustifico, ma fanno parte del loro bagaglio...sono contenta di aver scoperto anche io che le donne possono avere anche tre amanti...ahahaha, almeno un piccolo riscatto! A me la profonda tristezza me la danno i potenti che dove arrivano alla fine distruggono tutto, di qualsiasi nazionalità, il potere fa fare comunque brutte cose...un bacione
Per La Signora in Rosso: ma il tuo nome non si può sapere? Perchè ho provato a sbirciare tra i tuoi dati personali, ma il nome non c'era. Comunque mi fa piacere che ti sia piaciuto.Grazie
Salva:ciao, purtroppo questo popolo lo è tuttora snaturalizzato, come tanti altri nel mondo, del resto! Ed oggi ancora più di ieri. Questo è terribilmente triste. Io allora quando l'ho scoperto sono stata molto male e mi sono resa veramente conto sul posto che l'Africa non è solo parchi, tramonti e animali di ogni genere, gli animali siamo noi che spesso tutto quello che tocchiamo lo riduciamo in polvere...grazie per quello che riesco a trasmetterti!
un abbraccio
Es muy bello este reportaje de África. Me cuesta leer un post tan largo en italiano. pero he comprendido que hablas sobre la vida y costumbres de los
Masai.
Te dejo un beso.
Certamente sono peggio i potenti, di questo sono d'accordo, quello che volevo dire, è che sui bambini coisì in età troppo precoce, mi ha sispiaciuto. Per degli amanti non mi sono sorpresa, al meno quà, non cè il mamaschilismo completo, un pò di parità e rivincita per le donne hehehe.
Per il resto me piace un sacco come hai visuto tutta questa experien:)
Franci è bello sentire la tua passione e il tu amore per l'Africa, oggi credo che purtroppo hai dimenticato qualcosa che sta dentro di te: le scoperte, le avventure, la passione con la quale mordere la vita ogni giorno. Spero che tu possa ritrovare presto quella forza interiore per riscopripre la gioia vera e rivivere così queste meravigliose storie che raccconti, con tanto affetto un bacio grande.
Che bello, beata te io ci andrei immediatamente, ma per viverci per sempre.
Qui in città respiriamo cemento e e tante altre cose...che bei viaggi hai fatto belle esperienze che arriscono.
Qui in città sembriamo tanti zombi, se posso evito di andare in centro, la mia uscita preferita è andare alla reggia che sta a due passi da casa mia.
Grazie del tuo passaggio nel mio blog, sono stata contenta.
Buona Domenica.
Yuya: so che te le leggi veramente le mie parole e non vieni qui e lasci un commento solo per farmi felice. A maggior ragione sono onorata di sapere che attraverso le mie emozioni ti faccio vivere quella che è veramente la tua amica Francesca.
Abbracci
Per Roberto: purtroppo o per fortuna Roberto: come si dice? Hai voluto la bici e mo' pedali. Vedi io i miei viaggi li facevo lavorando come capogruppo e quindi anche se non mi pagavano per questo avevo il viaggio pagato e questo non è poco, visto che il mio lavoro non mi ha mai gratificato, trovavo nei viaggi una grande soddisfazione e prima di partire per luoghi a me sconosciuti, mi sono sempre preparata studiando, di modo da effettuare itinerari inconsueti e meno conosciuti ai turisti. Poi avrò anche sbagliato, certo , mica sono perfetta, e sicuramente a qualche mio compagno di viaggio non sarò risultata simpatica! Ma che importa? Ora sto parlando dell'Africa perché è quella che mi ha lasciato più un segno, ma molti altri posti del mondo mi hanno fortemente colpito! E' vero: te mi hai conosciuto dopo, non conosci questo lato di me che mi appartiene e mi è sempre appartenuto, l'insofferenza per le cose di ogni giorno mi ha fatto sempre scappare ed andare altrove, i miei viaggi sono sempre stati la mia medicina...e che medicina!. E' per questo che ho deciso di aprire questo blog, sicuramente sto tirando fuori la vera parte di me, che è quella che realmente mi appartiene, grrrr!. Ora ci sono altre esigenze ed altre preoccupazioni e quello che mi auguro è che riesca a riemergere dal peso delle mie responsabilità. A volte tali responsabilità se male gestite fanno perdere anche il gusto delle cose belle che uno ha, come la famiglia . Grazie per essere passato qui e ad avere lasciato il tuo commento, ci tenevo ad avere una tua impressione!
per Rosy: mi fa piacere suscitare anche in te bei pensieri, grazie e buon weekend anche a te
Credo che ogni volta che legge il tuo post,dire sempre la stessa cosa: "Bella esperienze e bellissime immagini.":)
Non avete idea di come mi piaceva trascorrere la vita a conoscere nuove persone e culture, è molto interessante.
Già detto che si posible me piaceva conoscere Africa profondo(come avete fatto) e anche per l'India e altri, se possibile.:)
Come ha detto Yuya, non me piace le ragazze che sono state per un matrimonio e non ancora nati, mi fa ricordare che gli Arabi o anche dei Rom (la loro origine è del nord l'India ), che sono simili a molti costumbres come Masai,anche matrimoni prima della nascita ... culture che sono molto difficili per me assorbire... ma esiste!
Buono post ... continua. beijos***
Grazie di essere passata in attimo anche di qua.
Sono un grande amico (credo)di Blessing e ci vediamo spesso, è veramente una persona in gamba.
Eeeh …la situazione della convivenza in Italia precipita ogni giorno per l’egoismo dei molti politici senza scrupoli che sanno dove sta i problemi e la soluzione, ma preferiscono l’uso in appropriato della media per dare false aspettative e confondere le idea alla popolazione.
http://extracomunitari.blogspot.com/
per Sofia: grazie per i tuoi commenti: io comunque parlerò solo dei viaggi che ho fatto...ho tanto da dire. Ciao e a presto
Grazie Okey.cc: quando ho un attimo di tempo mi faccio un giro più approfondito e ti metterò tra i blog che seguo.
un abbraccio
francesca
Ciao sorella e vedo che hai conosciuto anche un fratello.....bello quel (credo), ormai stiamo diventando una nuova comunità virtuale.
Che bel post che hai fatto, sai, qualche volta cerco di evitare di leggere queste storie per l'iper-nostalgia che ho, sono ormai passati qualche anno che non sceso giù e mi commuovo facilmente vivere queste cose attraverso i tuoi racconti...
Buoana domenica a te e tanti saluti a Charles
tutte le culture non sono statiche, ma camminano e cambiano. il contesto sociale e le pressioni politiche influenzano e determinano questo cambiamento. non credo però che un cambiamento vada visto a priori negativamente (o anche positivamente!).
i masai sono generalmente molto orgogliosi e fieri della loro appertenenza a questa tribù, ma i singoli individui non sono tutti uguali. ci sono quelli a cui piace ad esempio la pastorizia e la vita più "tradizionale"...e cercano di continuare a vivere in questo modo. altri che hanno altre aspirazioni, si trasferiscono in città ad iniziare una nuova vita. ci sono quelli che vedono nel turismo un modo per guadagnare quelcosa e (giustamente) ne approfittano.
ci sono masai che mai e poi mai si sposerebbero con una donna non-masai e altri che invece lo fanno.
...
insomma, il discorso è sicuramente complesso e forse anche fare un unico discorso sui masai della tanzania e quelli del kenya non è del tutto corretto!
comprimere tutte le variabili in un post sarebbe impossibile...credo si potrebbe fare una tesi di laurea!!
sarebbe comunque bello approfondire...se vorrai (e potrai) riprendere il discorso in un altro post sarò sicuramente felice di leggerlo!!
DaDa_ElEnA
PS Belle foto!!
Per Blessing: è inutile che ti dica che mi fa immenso piacere che tu "legga" ciò che ho raccontato con i miei occhi...sei un africano, fratello, e non c'è commento che tenga se è un africano a farmelo.
Un abbraccio
Fra
Per Dada Elena:
la mia non è per niente una conoscenza completa, anzi dalle tue parole sicuramente tu ne sai molto più di me, io mi baso solo su ciò che ho visto e sulle sensazioni che ho provato, eppoi inserisco qualche notizia qua e là per stimolare chi non conosce o non conosce a sufficienza. Sono cosciente che pochi visitatori si mettono a leggere tutti i miei post dalla prima parola all'ultima. Dei Masai, come di altri argomenti c'è molto da parlare, altro che tesi di laurea! Il blog è solo una finestra che ciascuno cerca di interpretare secondo il proprio modo di essere.Ed io lo interpreto così, mi piacerebbe trasmettere qualcosa di quello che ho vissuto, non so se ci riesco, ma ci metto tutta me stessa nel farlo. E' logico che qualunque tema si affronti è relativizzabile e che qualunque cosa si scriva, a seconda della conoscenza, può sembrare più o meno sufficiente, carente o pesante, dipende anche da chi legge.
Grazie per essere passata da qui!
Gran parte delle foto sono mie, non tutte però!
Ciao, Ciao!
Francesca, me encantan estas fotos.
Gracias por visitarme, yo tambien te voy a poner un link en mi blog.
saludos
gracias por visitarme, no todas las fotos son mias es que tengo que anadir mas material, como este blog està ubierto de poco tiempo.
gracias, tu blog tambien esta lindisimo, uno de lo mas lindo que conozco!
Ciao Francesca, ti voglio confidare una cosa. Da piccola, da bambina, pensavo che in una mia vita precedente, fossi stata un guerriero maasai: nobie e fiero, affronta la vita e difende la sua terra. Così mi sentivo e mi sento ancora oggi.
Ho la pelle di luna, ma il cuore di ebano, proprio come te.
Ciao Francesca.
Janas:
mi fa piacere leggere il tuo commento, so che allora ci potremmo comprendere di più, senza tante parole! Ti sono molto grata per seguirmi così appassionatamente, queste sono le mie piccole soddisfazioni, quando riesco nel mio piccolo a conquistare il cuore delle persone. Te sei una persona molto speciale, hai la sensibilità giusta per captare certe sensazioni e di questo non mi dimentico, ricordatelo!
un abbraccio!
ciao, sono Anna abito a Savona. Sono tornata da poco da Zanzibar dove ho conosciuto i masai. Sono veramente dolci ed orgogliosi, spero un giorno di poterli andare a trovare nella loro vera terra.E' triste vedere come vengono utilizzati dal turismo a Zanzibar per farne attrazione.
Si Anna è molto triste e poi direi che Zanzibar è ormai diventata un porto di mare per quanto riguarda i turisti. Se vuoi vienimi a trovare su 100 viaggi, li ho approfondito ulteriormente l'aspetto Tanzania/ Zanzibar e troverai, come del resto qui, tante notizie utili. Grazie per essere passata di qui!
un caro saluto!
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